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7. Gli aiuti regionali alle imprese


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N. 7 (maggio 1998)

Autori:
Francesca Ammassari e Laura Marzorati

SINTESI
La teoria economica ha riservato particolare attenzione agli effetti distorsivi determinati da regimi di sostegno alle imprese in termini di alterazione delle scelte di produzione, investimento e localizzazione degli operatori. Altrettanto rilevante, ma meno trattato nella letteratura è, invece, il tema della misura in cui le politiche di sostegno alle imprese possono risultare suscettibili di determinare una alterazione del corretto funzionamento del mercato.

La valutazione della compatibilità degli aiuti di Stato con il mercato comune rientra, com'è noto, nelle competenze esclusive delle istituzioni comunitarie, in ragione della necessità di contemperare interessi locali e interessi comunitari coinvolti. Gli artt. 92-94 del Trattato CE istituiscono un sistema di controllo preventivo e permanente, rispettivamente sui nuovi aiuti e su quelli esistenti, riconoscendo sia alla Commissione che al Consiglio, secondo presupposti e modalità differenti, un ampio margine di discrezionalità nella valutazione della compatibilità degli aiuti concessi dagli Stati con il mercato comune.

Il presente studio analizza le politiche di sostegno alle imprese realizzate in Italia dalle Regioni, procedendo, in particolare, ad un confronto tra le Regioni a Statuto speciale e le Regioni a Statuto ordinario, al fine di evidenziare le possibili distorsioni della concorrenza che potrebbero derivare da un regime differenziato di sovvenzioni alle imprese. Dall'analisi condotta emerge una sostanziale difformità nell'entità dei finanziamenti erogati dalle diverse Regioni alle imprese. Al Nord, in particolare, sebbene non siano rilevabili significative differenze in termini di PIL pro capite, le Regioni a Statuto speciale concedono alle imprese un ammontare di fondi, in rapporto al valore aggiunto e alla quota di investimenti fissi, piuttosto elevato se confrontato con gli stanziamenti concessi dalle Regioni a Statuto ordinario territorialmente contigue. Ancora più significativo è il dato che risulta allargando il confronto a tutta la Penisola, ove si rileva che per le imprese localizzate in Trentino Alto Adige e Valle d'Aosta  il livello di contributi in conto capitale erogati dall'amministrazione regionale, qualora rapportati all'ammontare degli investimenti fissi, è superiore a quello ottenibile in alcune regioni del Centro e, soprattutto del Sud, che peraltro presentano un livello di PIL pro capite notevolmente più basso.

La rilevanza dell'effetto distorsivo delle politiche di sostegno alle imprese non può essere valutata che con riferimento ad uno specifico mercato. In tal senso, differenti politiche di sostegno attuate dalle Regioni risultano suscettibili di determinare distorsioni della concorrenza nelle situazioni in cui il mercato rilevante, individuato sia dal punto di vista del prodotto che geografico, si estende oltre i confini della Provincia o della Regione considerata. Sebbene l'analisi condotta non consenta di esprimere alcun giudizio definitivo sull'impatto concorrenziale dei diversi regimi di aiuto, essendo a tal fine necessaria una valutazione caso per caso, la circostanza stessa che talune Regioni risultano erogare un ammontare decisamente più elevato di finanziamenti all'attività produttiva rispetto ad altre può essere già considerato un elemento indicativo in tal senso.